Dal punto di vista tematico, l’arte WingMakers si radica nella fisica della coscienza e di come noi siamo connessi attraverso 24 campi sub-atomici (noti dal 2020) che permeano e intersecano l’universo. Questi intessono tra loro fisica, coscienza e misticismo in un’affascinante ridefinizione di ciò che significa essere umano al di fuori della scienza materiale e della religione di base.
Lo scopo principale dell’arte WingMakers, e anche di tutto il mio lavoro, è la dissoluzione dei confini. Il fine sarebbe che chi guarda l’opera si senta un po’ meno “tribale” e meno legato a una struttura gerarchica; e che possa, forse più indirettamente, intravedere una chimera, cioè che la scienza e la religione stanno puntando verso la direzione dove noi siamo uno ed eguale ed inequivocabilmente connessi.
I credi predominanti che sostengono il complesso della separazione (p.e., religione, fisica classica, politica identitaria, standardizzazione sociale, ecc.) possono venir sospesi attraverso questo triplice sistema di conoscenza, ma rendere artisticamente questa conoscenza è difficile, da qui la necessità di questo tipo di contenuto.
Il pubblico ha un maggior appetito di arte spirituale o mistica, e ciò è testimoniato dal travolgente successo dell’esposizione di Hilma Af Klint al Guggenheim di New York City. Sono in molti a cercare un tipo di contenuto più ricco di significati e intellettualmente stimolante che indichi la nostra interconnessione e non le nostre differenze e separazioni.
Vi è, inoltre, la frammentazione della società e il suo moto a spirale in una “mentalità chiusa” che è, semplicemente, un modo moderno per dire: trinceramento tribale. La spaccatura polare di nazionalismo contro globalismo viene espressa in un centinaio di sfumature diverse dai media, ed entrambi i lati sembrano aver perso il loro equilibrio e punti di riferimento comuni. Il divario si amplia sempre più.
L’opera WingMakers presenta una sintesi artistica di scienza e spiritualità radicata nell’arco di tensioni implicite nell’antichità (la mistica) e nella modernità (la fisica quantistica) stesse. Per gli artisti questa tensione è, di per sé, un’interessantissima “vena d’oro” da scavare e comunicare. Tuttavia, al fine di condividere veramente questo “arco di tensioni” è necessario avere esperienza di questi reami. Pochi artisti lo hanno fatto e, quando è successo, è stato spesso attraverso l’uso di droghe.
Roberto Matta è l’esempio di un artista che tentò di esprimere queste altre dimensioni unificanti. Matta, tuttavia, mancava della frequenza dell’unificazione poiché operava nella quarta dimensione dello psichismo che diventò, pur non volendolo, il suo punto focale. Il fenomeno delle dimensioni oltre la terza è affascinante e spesso oscuro perché la polarità è meno costretta.
Kandinsky fu un altro artista che esplorò alcune di queste idee, in particolare la teoria dei colori. Fu tra i primi ad associare il colore al sentimento, ed anche ad attribuire un significato ai vari colori. Il suo libro fondamentale, “Lo spirituale nell’arte”, è uno studio sul significato dei colori e come possano essere applicati non solo per esprimere certi stati emotivi o umori, ma anche come possano essere indotti a chi li osserva.
C’è anche una scuola artistica nota come i “Coloristi”, dove i colori forti sono utilizzati come tema dominante del dipinto, ancor più importanti del soggetto o della composizione stessa. I coloristi usano il colore per “segnalare” intento e scopo. Si utilizza in modo cosciente il colore così che, per esempio, un elefante deve essere verde invece che grigio, sfiorando i confini del surrealismo.
Nell’arte WingMakers l’utilizzo di simboli è una componente significativa, e per quanto io possa venir inserito nella scuola dei Coloristi, tuttavia il simbolismo nell’arte WingMakers è predominante rispetto al colore poiché impregna il significato di ogni particolare pezzo. Vorrei prendere come esempio la mandorla. La mandorla è un simbolo tra i più antichi dell’umanità. In geometria è noto come “diagramma di Venn”, nello specifico quella parte che sovrapponendosi mostra la relazione tra due insiemi chiusi (cerchi). Nell’iconografia religiosa, la mandorla viene spesso utilizzata per rappresentare l’ascensione dal piano fisico ai regni spirituali. Definisce uno spazio rarefatto tra il fisico e lo spirituale, ed è spesso considerata il mezzo di trasferimento tra i mondi. ––
–– Estratto da: Dichiarazione dell’Artista, James Mahu