Fin dall’inizio il Materiale WM è definito come un flusso di dati sensorii codificati.
Chi veramente studia il Materiale WM nota emergere nella propria comprensione una differenza qualitativa che altri testi, per quanto profondi, non trasmettono a un tale livello. Più di una persona mi ha condiviso questa esperienza, così nuova e particolare da sentire il desiderio di confrontarsi al riguardo.
Perché questa riflessione? L’impulso è emerso dal saggio di James Arte Attivativa, in cui espone il concetto di un’entità nei dipinti, laddove l’artista è strumentale alla creazione, fornendo semplicemente il materiale su questo piano affinché qualcosa di altra dimensione possa esprimersi anche in questa. Una visione che mi ha profondamente risuonato, rimandandomi una serie di riflessioni…
Una di queste mi ha portato all’idea che mi pare di intra-leggere la presenza di un’entità anche nei testi e nelle parole. Seguendo questa idea, se io sono più sensibile a percepire l’entità che traspare nei testi di James, altri possono essere più sensibili a intra-vedere l’entità nei dipinti di cui James tratta nel suo testo, e altri ancora a intra-ascoltare l’entità nella musica di James.
Il termine entità, in prima battuta, potrebbe rimandare alla comune immagine di qualcosa di fantasmatico o di etereamente più o meno benevolo. Naturalmente, in questo contesto, il termine non riveste nessuna di quelle connotazioni. Preso di per sé, il termine entità, secondo il vocabolario Treccani, è “l’essenza di un ente considerato nella sua realtà formale (cioè, in quanto forma)”, laddove ente “è ciò che esiste, ciò che è in assoluto senza altra determinazione (sia animato che inanimato)”. E James ben spiega il senso che gli attribuisce proprio nel suo saggio Arte Attivativa.
Quindi, a mio parere, l’entità presente nell’Arte Attivativa, è altrettanto presente e attivativa nei testi e nella musica, determinando così dei Testi Attivativi e una Musica Attivativa.
Perché l’arte di James è un arte attivativa? Per lo stesso motivo per cui nella Filosofia, Camera Uno vi è una “esperienza trasformativa”. La presenza di questo tipo di arte/testi/musica o di esperienza, non implica una attivazione/trasformazione automatica, cioè non è attivante o trasformante di default. Con “attivativo e trasformativo” viene esposta una possibilità che può essere o non essere raccolta. Il libero arbitrio – la scelta – sta all’individuo: nulla è mai per default. Anche ciò che sembra automatico è, fondamentalmente, il prodotto di un “permesso”, cioè di un nostro “lasciare che sia…”.
Ora, chi/cosa è questa “entità il cui proposito fondamentale è attivare il sé superiore”?
Seguendo una linea di pensiero… il MOCI è il piano dell’edificio Mitologia WingMakers sopra il piano del saggio/sito “Il Sovereign Integral”, il quale a sua volta è il piano sopra il materiale/sito “WingMakers”. Quindi, se il Materiale WM è il piano di accesso con le sue molte e particolari stanze, il Sovereign Integral è il piano di passaggio al MOCI, e il MOCI è il piano del moto indipendente all’Essere Immaginale.
Se si sono esplorati i precedenti piani, tutto ciò che è presente nel MOCI è semplicemente un’ottava superiore di ciò che è già stato presentato in WM e SI, ulteriormente estesi sia in verticale che in orizzontale. È come dire che stando al primo piano abbiamo una visuale, al secondo la visuale si arricchisce di profondità e dettagli, e al terzo lo stesso panorama si osserva nella più ampia estensione di cui fa parte…
Nel MWM viene detto che i flussi di dati sensorii codificati provengono da una Zona Tributaria (la dimensione superiore), che l’accesso alla Zona Tributaria è individuale e che essa si “attiva” a mostrare a chi vi è entrato ciò che è proprio e appropriato al suo momento percettivo (come una stanza di specchi, nulla si riflette finché non ci si entra). Quindi, in questo piano d’ingresso, già viene indicato che la persona riceve da una dimensione superiore ciò che è “per sé”.
Nel Sovereign Integral vengono esposti i concetti di “Universo Mentore” e di “Essere Immaginale”, per cui la percezione orizzontale e verticale si estendono, da una parte ampliando il respiro e dall’altro toccando una dimensione percettiva più astratta di ciò che prima era espresso in una forma (anche se a volte non immediatamente) riconoscibile.
Successivamente, nel MOCI, il saggio “Allineamento” illustra la nostra individuale multidimensionalità, sempre presente nel nostro Universo/Multiverso Locale attraversato dall’espressione dell’Integral nelle sue infinite sfaccettature. Nel racconto Al Mare la donna dice: “Non posseggo alcuna proprietà di ciò che dico o produco. Nulla di ciò è mio. Tutto è nostro.”
In conclusione, secondo me, seguendo la progressione – Materiale WM, S.I. e MOCI – l’entità che traspare è un aspetto della nostra individuale multidimensionalità che apre un portale attraverso lo strumento tridimensionale offerto da Dipinti, Testi e Musica per comunicare con noi e attivare ciò che già siamo o, altrimenti detto, risvegliarci a ciò che siamo e non riconosciamo.—
“Quando leggete il Materiale, vi si aprono nuovi viali di percezione? Iniziate a vedere una nuova geometria nei campi invisibili che vi circondano ogni momento? Vi sentite maggiormente connessi al vostro più alto scopo? Questi sono i punti vitali che devono essere osservati e considerati.” – Intervista a James di Mark Hempel, aprile 2008
Paola