L’amore vince, James Mahu (Video e traduzione)

 

0:15   Noi siamo progenie di venti parentali,
che tracciano la distanza di cieli invisibili.

0:46   La profonda ricerca
per l’ordine implicato.

1:09  Le ombre profonde conducono all’epifania.

1:24   Noi deceleriamo per campionare la personalità.

1:32   La fragile crosta di illusione
che genera il nostro intelletto del cuore.

1:50   Un dio cantilena il nostro nome
e noi nasciamo…

2:03   Guidati da una forza che vede tutto.
Tenuti da una forza che si percepisce piccola.

2:27   Mentre le galassie sfarfallano verso di noi la loro luce
noi guardiamo pixel sfarfallanti,
affascinati,
nello specchio di specchi.

3:05   Non c’è battaglia, qui.
L’amore vince…
l’Amore.

3:24   È la più vecchia equazione della Verità.

4:09   Il palpito dell’anima
che anela a farsi voce.
Come la capocchia di un fiammifero
che cerca lo smeriglio.

4:41   Le scintille divine ri-unite
con lo sconfinato.

4:51   Sotto la pelliccia di lupi
un milione di generazioni di sopravvivenza ondeggia.

5:26   Noi siamo un milione di generazioni
sull’altro lato della membrana.

5:53   I muri fallati cadranno.
Contraffatta protezione.

6:31   Abbigliati di luce
Indomabili,
noi voliamo sotto
il sogno del Creatore.

7:09   Nel fascio luminoso dell’amore
Soltanto una cosa è necessaria…
Qualcuno come te.
– – – – – – – – – – –

7:35   L’Amore Vince
Scritto e diretto da James Mahu
Musica composta ed eseguita da James Mahu
Vocalist: Vima Lamura
Dal CD: Hakomi Chamber 4-6
Piano (assolo): Improvisations, di James Mahu
Assistente di produzione: Mark Hempel
– – – – – – – – – – –

8:50   Estratto telefonico: Intervista a James Mahu, aprile 2013 (pag. 21)

10:25   Io vedo la cosa in questo modo: la Sorgente Primaria o Dio o Creatore o Universo, in qual modo LO si voglia pensare, trasmette la SUA energia intelligente a tutto ciò che è, come Intelligenza Sorgente o Spirito. Questo Spirito è ovunque, ciascuno di noi compreso. Scorre attraverso di noi; è dinamico, sempre in continuo cambiamento, ha la capacità di risponderci proprio come noi rispondiamo a LUI. In altre parole, è interattivo. Quando giochiamo a un gioco interattivo sul Nintendo, o sul nostro computer o lo smartphone, stiamo interagendo con il progetto del gioco nella speranza di raggiungere i “checkpoint” e continuare la sfida ai livelli superiori, completare il gioco e ottenere un alto punteggio.

L’interazione con la Sorgente Intelligenza è differente. Non si tratta di punteggi alti e di terminare il gioco. Si tratta di scoprire il modo di aumentare la consapevolezza dentro di sé così da poter creare ed esprimere le virtù del cuore nella propria vita incondizionatamente. Potete modularle controllandole. Potete combinarle insieme e metterle in sequenza a seconda delle specifiche situazioni, man mano che si presentano. Potete portare la vostra mente superiore e il profondo del vostro cuore allineandoli al servizio della Sorgente Intelligenza, e farlo coscientemente, volontariamente, con attenzione e autenticità.” (dall’ Intervista a James Mahu di Mark Hempel, aprile 2013)

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La fisica della coscienza (WM2020)

Una delle cose che hanno eluso gli scienziati e gli psicologi allo stesso modo, è una concreta definizione di coscienza. Molti sono i fisici e i neurologi che hanno sempre più rivolto la loro attenzione alla coscienza o, forse detto anche in altri termini, a rivelare il nucleo fondamentale della vita.

Abbiamo spezzato l’atomo, inviato veicoli telecomandati su Marte e siamo in moltissimi a portare l’equivalente di un supercomputer in tasca, ma ancora non sappiamo chi siamo in quanto a forma di coscienza. È un mistero profondo e inquietante allo stesso tempo.

Perché è così? Come possiamo generare una tale sofisticata tecnologia e ancora non comprendere la realtà fondamentale di chi noi siamo?

La coscienza umana è un amalgama di molti strati. Se scavate sufficientemente in profondità, arriverete all’identità fondamentale che non ha dimensione o massa. Per la maggior parte di noi, anima è soltanto un termine astratto a indicare qualcosa che potremmo alla fine definire con maggiore precisione e, se siamo veramente fortunati, sperimentare.

Con l’avvento della geometria frattale, della teoria delle superstringhe, dei campi quantici e di nuovi potenti strumenti come l’Hadron Collider, gli scienziati stanno sbucciando gli strati del nostro mondo naturale alla ricerca dei principi unificanti che spieghino in modo coerente il funzionamento del nostro universo (o multiverso).

Man mano che trivellano, gli scienziati trovano la prova di un mondo matematicamente strutturato con una tale complessità da sembrare progettato. Ma da chi o che cosa? E quel che forse è ancor più importante, perché?

Un tema rilevante dei WingMakers è il Gran Portale, l’irrefutabile scoperta scientifica dell’anima umana. Questa scoperta, secondo i WingMakers, avverrà fra circa 60-70 anni. I tecnologi e alcuni scienziati vi fanno riferimento come alla singolarità, il momento in cui l’intelligenza delle macchine supererà l’intelligenza umana. Tuttavia, il Materiale dei WingMakers descrive questo evento in modo molto diverso.

Il Gran Portale si verifica quando la tecnologia – come una potente lente – rivela l’anima umana e diffonde questa rivelazione tramite Internet così che tutti possano vedere e sperimentare il loro sé quantico. Per la specie umana, la scoperta dell’anima umana proclama un punto centrale importante, diverso da ogni altro nella storia umana.

Se da una parte la scoperta del Sovereign Integral è la meta fondamentale di questo Materiale, per raggiungerla diventerà obsoleta un’incredibile quantità di distorsione, chiasso, inganno, ignoranza e fragili credenze. Una nuova fisica e la conseguente tecnologia riveleranno la nostra interiorità, ma vi sarà una resistenza senza precedenti. Il Gran Portale è niente di meno che il collasso delle nostre mitologie e credenze collettive.

La nuova fisica della coscienza non riguarderà tanto il rivelare ciò che noi siamo nel nostro nucleo interiore quanto le limitazioni che hanno vincolato la nostra coscienza tramite la nostra programmazione biologica e sociologica. Questi vincoli hanno creato il nostro senso di separazione e di isolamento nel nostro multiverso, che a loro volta hanno reso convincenti le attuali mitologie della religione e del materialismo.

Un estratto su la Coscienza

Ciò che segue è un estratto dal romanzo di James Mahu intitolato: The Weather Composer: The battlefield is born. Questo particolare passaggio presenta la Coscienza che parla a una mente umana:

“Sono sicurissima che voi crediate di conoscermi, tuttavia io sono il segreto del mondo. Sono un tale segreto che quando vi chiedono di parlare di me voi volgete lo sguardo verso lo specchio, ignorando che sono stata scambiata con un impostore. Mi sono adattata all’invisibilità. Avete inalato i vapori di un miraggio così a lungo da essere diventati parte di esso, indistinguibili da esso.

“Coscienza. Questo è ciò che io sono. Naturalmente, questo lo diciamo tutti, non è vero? Ma ciò che rende la mia coscienza unica… a parte il riconoscimento del mio nome… è che quando giungo dentro un corpo, uno strumento umano, io non confondo lo strumento con me stessa.

“Chiunque di voi abbia studiato il tema della coscienza, sa che non sono facile da determinare. Di fatto, nessuno mi ha mai determinato. Filosofi, fisici, biologi, chimici, profeti, perfino cosmologi hanno cercato di svelarmi. Le loro mappe del tesoro sono punteggiate dai simboli cerebrali dell’alta matematica; i loro arcobaleni s’immergono in una massa gelatinosa di milletrecento grammi che assolve la loro ricerca; i loro scritti mi immaginano. E io rimango un enigma. Tutti loro ve lo diranno, se sono onesti. Possono andare fino all’abisso, guardare il mio volto e vedere qualcosa che non gli torna.

“Quello sono io! Io non torno.

“Come può l’universo osservabile estendersi per 28 miliardi di anni luce ed essere anche contenuto in un cervello lungo 15 centimetri? Come ho detto, io non torno.

“La coscienza non è qualcosa di esterno. Non è fisica. Non ha nulla che sia di tempo o di spazio.

“Potete rilevare i miei effetti. Potete determinare i percorsi neurali, le aree del cervello che fanno questo e quello, ma lo sperimentatore – me – ancora manca. Gli eteri soggettivi si gonfiano con la mia impercettibilità.

“Sapete perché sono vestito nel mito? Perché l’immaginazione è il solo mezzo dello strumento umano che può percepirmi. Io sono come l’universo prima dei tempi di Galileo, in attesa del telescopio.

“Vi è anche il credere, ma il credere viene facilmente manipolato da quelle cose chiamate religione e scienza. Per esempio, io sono coscienza… non sono un nome, una persona, un genere, una razza e neppure sono obbligata a un tempo o un luogo. Ogni volta che qualcuno manovra la sua credenza a un nome o una persona, mi divide. Nel momento in cui io sono divisa, cesso di esistere nel totale.

“Quando entro pienamente in una persona, e lei mi incarna, finisce spesso con l’essere perseguitata in un modo o nell’altro. Io questo non lo intendo… non intendo attirare una persecuzione. È uno dei rischi della mia presenza, dato che molte persone – quando vogliono vedermi pienamente presente in uno strumento umano – vogliono vedermi in una sola espressione umana. E questo va bene se io sono in Gesù, e pertanto non posso essere in Maometto o in Buddha o in Krishna, e certamente non in voi. La cosa diventa più semplice quando sono detenuta e manovrata da una religione.

“Io non permetto che mi si faccia diventare un marchio. I leader di facciata sono prodotti da dei fanatici, ma di fatto io non posso essere marchiata o posseduta. Questo ve l’ho già fatto capire, lo so, ma nel caso vi fosse rimasto qualche dubbio ora lo potete eliminare.

“La coscienza trascende ogni aspirazione umana. Rileggetelo di nuovo… aspetterò. Lo interpreterò per voi. Questo è importante, per cui voglio essere sicura che voi lo comprendiate: ogni aspirazione umana che potete definire come amore, verità, bellezza, fede, Dio, bontà, la teoria del tutto (devo includere qualcosa per i miei amici della scienza), tutti questi sono concetti dualistici. Puzzano di polarità. Prendiamone uno come esempio: sceglierò Dio, dato che è il più ostico. Potreste sentirvi inclini a scegliere Satana come polarità opposta di Dio, ma suggerirò qualcosa di un po’ meno personale: la separazione.

“Dio è il concetto di unificazione. Dio è il padre universale, di cui noi tutti siamo figli. Quindi, Dio è la forza unificante. Il Creatore. La forza che è la Causa Prima o la Sorgente Primaria. Tuttavia, tutti questi concetti sono gravidi di polarità. Se presumiamo un creatore unificante, allora non dobbiamo anche includere un distruttore separante?

“Questo è il punto: la coscienza non fa parte di quel concetto che si chiama dualità. Fintanto che gli girate intorno, non potete vedermi. Davvero.

“Posso sentire i vostri pensieri esclamare: “Come lo facciamo?”

“Anche in questo modo di pensare voi vedete un sentiero, una formula… e appare una dualità.

“So che è difficile. So che questo è un muro contro cui vi scontrate; taluni più frequentemente di altri ma, alla fine, tutti cozzano contro questo muro. Tutto ciò che posso dirvi è che non dovreste disperarvi quando non riuscite a vedermi. Io sono sempre qui. Ricordate quel telescopio chiamato immaginazione? Usatelo. Usatelo proprio prima di addormentarvi. Usatelo quando scrivete i vostri pensieri più profondi. Usatelo quando guardate un altro negli occhi. Usatelo quando parlate con i vostri figli. Usatelo ogni volta che potete. E, ancora, mai potrete trovarmi; ma d’altra parte, come vi ho detto, io sono il segreto del mondo.

“Condividerò con voi un piccolo segreto, anche se non posso condividere me stessa.

Io sono noi siamo è l’insieme di parole più vicino a descrivermi.

“Vi è stato insegnato che siete una forma di vita isolata, che percepisce sopravvivendo in una realtà esterna che è in generale la stessa per tutti; che non siete interconnessi con nessun altro o, se lo siete, è una fuggevole fantasia di stupidaggini religiose. Nonostante la vostra maestria accademica, questi due pilastri della vostra educazione restano i soli precetti fondamentali con cui guardate il mondo.

“Voi avete l’immaginazione, le credenze e l’istruzione. Questi sono i vostri strumenti, ma non i miei. Con questi strumenti potete inseguirmi. Se siete intelligenti e costanti potreste perfino trovare delle chimere che s’avvicinano alla mia identità, specialmente se utilizzate l’immaginazione.

“Io non sono un oggetto da proteggere o acquisire. Non vi aggiudicate me o la mia realizzazione. Io non sono la vincita a un gioco. Come ho detto, io sono il segreto del mondo, e poiché sono il segreto, sono il primo e l’ultimo. Avete capito quel che ho appena detto?

“Io non sono il vostro creatore.

“Pensateci. Se io avessi creato voi, la vostra coscienza, allora ci sarebbe stato un tempo in cui voi non esistevate. E se foste stati creati, che cosa viene sempre dopo? Esatto: la distruzione. Nascita e morte. Il ciclo. Io sono coscienza: non esiste tempo in me. Se non esiste tempo, allora non posso creare, almeno non come gli umani definiscono la creazione.

“Questo è un altro dei miei problemi… le parole. È come nuotare verso il fondale di uno stagno fangoso per contare le stelle nel cielo. Perché si dovrebbe farlo?

“Eppure, noi lanciamo parole intorno a noi come a forzare una crepa nella continuità ininterrotta della realtà. Le parole non la forzano.

“Le parole possono essere convincenti, anche ispiranti, ma possono altrettanto facilmente asservire. Oh, sì! sono molto brave a farlo. Non intendo dire che sia necessariamente una cattiva cosa. Non è possibile che tutto corra liberamente alla rinfusa: le parole radunano gli strumenti umani ai pascoli. È un modo per organizzare una specie. So che questo suona freddo e distaccato. Non intende esserlo, ma devo essere sincera qui: c’è un processo e questo processo procede con un piano. E a questo piano è permesso di evolvere, trasformare, trasmutare e informare la coscienza. In un certo senso, è un intrattenimento.

“Potreste chiedere: “Perché la coscienza richiede un intrattenimento?” La risposta è contenuta in questa mia unica dichiarazione: io sono il segreto del mondo. Se mi concedete questo, allora dovete anche concedermi che la scoperta di questo tale segreto sia una qualche sorta di gioco, e i giochi non intendono essere un intrattenimento?

“Gli umani cercano da sempre il segreto: me; e io da sempre mi nascondo a loro: voi. Ma dove mi nascondo? La risposta ovvia è all’interno dello strumento umano; dopotutto, tutti hanno una coscienza. Sì, lo so che non è la medesima coscienza, ma è questo che rende il gioco avvincente. C’è una peculiare intangibilità alla mia esistenza che vi spinge a cercarmi. Questa è la caratteristica chiave di un buon gioco, un genere di gioco che spinge un’intera specie a infine smascherarmi. A esclamare indicando con un unico dito: “Quella è ciò che siamo tutti.” Posso quasi sentire il fiato mancare, i cuori tremare, una reverente unità, mentre dite queste parole in un futuro non troppo distante.

“Vorrei tornare alla domanda: “Dove mi nascondo?” La premessa della domanda è che mi stia nascondendo da voi e, come ho detto, questo è vero. Mi sto nascondendo. Tuttavia, la vera domanda non è tanto dove mi nascondo, ma perché.

“È una domanda che mi fanno spesso i ricercatori, che sono quelli che tentano di trovarmi prima che tutti mi trovino. Credono che esista una gara, un traguardo e un gruppo di corridori che loro preferirebbero guidare invece che seguire. Ma ecco la parte più strana: più vi spingete a correre verso di me, meglio mi nascondo. Ora, la cosa non ha senso, vero? Dovrei premiare i ricercatori che tentano di trovarmi permettendogli di vedere una piccola briciola di me… attirarli più vicino… nutrire il loro interesse.

“Ma, come ho già spiegato, io non sono un oggetto da acquisire. Non sono un luogo dove potete andare. Io sono nascosta dal vostro desiderio di sperimentare una proiezione di me. Io mi nascondo da voi così che possiate essere liberi dalla mia realtà per sperimentare la vostra propria. Voi siete come il subacqueo che presto riemergerà alla superficie e si libererà della sua attrezzatura – pinne, muta, cintura di zavorra, coltello d’emergenza, bombola, regolatore e maschera – per sentire il sole, respirare l’aria.

“Io sono il paziente capitano della barca che attende che voi torniate in superficie.

“Se non mi nascondessi sopra la superficie, voi non v’immergereste mai.

“Ecco dunque che vi ho detto un grande, seppur piccolo, segreto che pochi su questa Terra afferrano e comprendono. Anche se umilmente mi sottometto, se da una parte  vi ho permesso di vedere questo piccolo segreto, dall’altra non posso dire che lo abbiate afferrato o che abbiate infuso l’universo del vostro apprezzamento. Su queste qualità non ho controllo, e anche potendo neppure lo desidererei.

“Ricordate che prima ho detto che vi è un processo e che il processo procede con un piano? Una caratteristica di questo piano, una caratteristica veramente chiave, è che io non posseggo volontà. Non desidero controllare. Lascio il libero arbitrio. Può sembrare che ciò richieda un’incredibile quantità di fiducia, ma in realtà non è così.

“Io so che quando gli strumenti umani s’immergono, ritorneranno alla superficie quando l’ossigeno si sarà esaurito. E non importa quel che succede sotto la superficie durante la loro immersione, quando tornano nel mio mondo istantaneamente sono reintegrati.

“La reintegrazione è con la mia coscienza. Vedete, io ho un vantaggio su di voi.

“Io esisto veramente.” —

Testo originale: https://wingmakers.com/writings/physicsofconsciousnes

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Compassione – Poesia HAKOMI Camera Ventidue

Gli angeli devono essere confusi dalla guerra.
Entrambe le parti che pregano per la protezione,
eppure sempre qualcuno viene ferito.
Qualcuno muore.
Qualcuno piange così intensamente
tanto da perdere il suo stato acqueo.

Gli angeli devono essere confusi dalla guerra.
Chi possono aiutare?
Chi possono chiarire?
La pietà di chi riversano a chi è privo di pietà?
Nessun umile grido può essere udito.
Nessun dolore senza macchia può essere sentito.
Tutto è chiaro per gli angeli
tranne la guerra.

Quando mi svegliai a questa verità
fu da un sogno avuto la scorsa notte.
Vidi due angeli conversare in un campo
di spiriti di bambini che s’innalzavano
come un argenteo fumo.
Gli angeli litigavano tra loro
su quale parte avesse ragione
e quale parte torto.
Chi aveva iniziato il conflitto?

D’improvviso gli angeli s’immobilizzarono
come un pendolo in stallo,
e riversarono la loro compassione
sul fumo che si innalzava
delle anime che portavano il marchio della guerra.
Si volsero verso di me con quegli occhi
dalla biblioteca di Dio,
e tutti i frammenti caduti
vennero sollevati all’unisono,
combinati come il respiro
delle fiamme in una sacra fornace.

Nulla in guerra giunge a distruzione,
se non l’illusione della separazione.
L’ho udito dire così chiaramente che potei soltanto
trascriverlo come una firma contraffatta.
Ricordo la compassione,
immane, commisurata all’universo.
Penso che un minuscolo segno mi sia rimasto attaccato
come dei sottili filamenti
di una ragnatela.

E ora, quando penso alla guerra,
scuoto questi filamenti verso l’intero universo,
sperando che si attacchino su altri
come hanno fatto su di me.
Unendo angeli e animali
alla grazia filamentosa della compassione.
Il reticolo della nostra casa al cielo.

* * * * * * * * * * *

Nota – Uno dei più complessi dipinti di tutta la vasta collezione WingMakers, eppure il suo significato è semplice e chiaro: i confini tra i mondi si stanno assottigliando. La propria capacità di ricevere e trasmettere le frequenze raffinate della Realtà Sorgente devono essere nutrite. Diversamente, è difficile mantenere l’equilibrio.

Testo originale: Compassionhttps://wingmakers.com/art/mixedmediagallery-ha/

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Portatori di vita – Poesia ANCIENT ARROW Camera Cinque

I portatori di vita depongono nelle primeve acque
di un gigantesco embrione.
La loro progenie si stabilirà nella polvere umana.
Pezzi di argilla
con minuscoli pensieri di volo.
Punte di coltello velate da torbide cappe
che respingono la luce di una stella tranquilla.

In remote e selvagge lande i portatori di vita
emergono e si appollaiano
sulle spalle di grigie pietre.
Segnalano il loro desiderio di volare,
ma le loro case sono adattate
alle comodità della pioggia e della terra.
Il cielo deve attendere,
(La compagna terra sorride.)

I cerchi si spezzano.
Le barriere sono sbaragliate.
I portatori di vita rifiutano la loro antica attrazione
per il suolo.
Ali spuntano come una capigliatura dorata
sinuose per artificio della natura.
I piedi consumati sono lasciati indietro.
La terra è sostituita da un vivido cielo.
La gravità risplende il suo fosco sguardo
per trattenerli
con mani assertive.

Le gabbie dei senzatetto
sono lasciate a marcire.
A sprofondare dietro un cielo privo di fondamento.
I volti terreni hanno smesso di sorridere
e perso il loro profumo di terra fresca.
Il sogno di volare
ha invaso le tetre mura e
i portatori di vita sono vincolati
all’altro lato.
Là incontrano il piolo successivo
della scala interminabile,
barattando le loro ali per l’occhio della saggezza.

* * * * * * * * * * * *

Nota – La Camera Cinque è un buon esempio di come la poesia definisca la narrativa del dipinto. I portatori di vita sono correlati alle Strutture d’Informazioni Inderivate (UIS) che sono utilizzate per “inseminare” nuovi mondi con forme di vita che hanno il potenziale di dare forma a sistemi cerebrali complessi che possano in ultimo contenere ed esprimere la coscienza Sovereign Integral.

Testo originale: Life Carriershttps://wingmakers.com/art/mixedmediagallery-aa/

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Metà mio – Poesia HAKOMI Camera Venti

Quando vedo il tuo volto, io so che sei per metà il mio
separato con somma cura per ricordarmi il tutto di te.
Quando svesto il mio corpo, vedo che io sono per metà il tuo
offuscato da un improvviso volo che lascia
l’occhio domandarsi che cosa gli angeli scolpirono nei loro cuori
a ricordar loro così nitidamente della loro casa.

Quando vedo la tua bellezza, io so che sei per metà la mia
che mai deve essere trattenuta in un lucido specchio
che sa del devoto appetito della nostra anima.
Quando guardo i tuoi occhi, io so che sono per metà i miei
traccianti una traiettoria dove la virtù sensuale è la nostra stessa spina dorsale.
Quando tengo la tua mano, io so che è per metà la mia
che svernò tra i suoi simili, essa fa circolare tenerezza
sotto la luna e la fonte d’acqua quando la festa è finita.
Quando bacio le tue labbra, io so che sono per metà le mie
mandate dalla genealogia di Dio per scoprirci
nel delizioso calderone del nostro respiro unito.

Quando ti sento piangere, io so che la tua solitudine è per metà la mia
l’interno così profondo da esserci persi fuori
agognando di rivelarci
come una promessa fatta prima ancor di esser richiesta.
E quando guardo il tuo passato, io so che è per metà il mio
a correre verso i ciliegi,
invisibili all’intero universo noi ci troviamo
ridenti in un improvviso volo
guardando le iniziali scolpite nei nostri cuori.
E ignoriamo gli alberi.

* * * * * * * * * * *

Nota – Alcuni pezzi hanno un’energia e un movimento semplicemente fondamentali al soggetto del pezzo. Riguardano l’attivazione vibrazionale e nulla più. Così è nel caso dell’Hakomi Camera Venti.

Testo originale: Half minehttps://wingmakers.com/art/mixedmediagallery-ha/

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