Bendaggi della bestia – Poesia ANCIENT ARROW Camera Tre

Vi erano molti presagi vaganti.
Inviare ramoscelli d’olivo con delle spine era
uno soltanto del tuo repertorio.
Mi hai offerto un libro
dove tutte le risposte giacciono codificate
in uno strano dialetto.
Simboli ondeggianti come serpenti smaniosi di cibo.

Se io fossi portato dal vento come un luccicante seme,
tu quieteresti l’aria
e io cadrei nella fratta.
Se io anelassi a una dolce acqua,
tu mi passeresti una coppa amara.
Se io fossi un cerbiatto ferito, tu mi staneresti
dal chiostro, mi bloccheresti contro una fredda pietra
e ammireresti la mia paura.

Ovunque io mi muova, cerco il solo sguardo dell’amore;
ma l’amore si umilia come un manichino
che cambia le vesti per compiacere il sarto.
Al di sotto vi sono i bendaggi della bestia.
Al di sotto vi è il laccio emostatico della liberazione.
E al di sotto del guscio vi è la vuotezza, così ribelle
essa indossa vesti eleganti che né
sarto né bestia possono toccare.

Hai scambiato la mia ricerca per la mia anima.
Rastrellandola per zolle di saggezza
hai trovato soltanto ciò che io ho perduto per te.
Tenuto come sogni senza radici
svanirò al tuo tocco.

Se passerai il tuo rastrello sopra questa vuotezza
percepirai zolle del mio spirito.
Mi troverai come minuscoli frammenti di uno specchio frantumato
ma raccolti ancora in un posto.
Ancora fissando sempre verso il cielo.
Ancora riflettendo l’immagine di un mosaico.
Ancora l’accompagnatore di me stesso.

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Testo originale: Bandages of the beasthttps://wingmakers.com/art/mixedmediagallery-aa/

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