Multidimensionalità e interazione
“Il cambiamento che io voglio vedere nel mondo è che le persone comincino a vedere se stesse come esseri multidimensionali il cui nucleo è il Sovereign Integral, l’essenza della Sorgente Primaria in un’espressione umana a sé stante.” – Intervista a James del Project Camelot
Come già esposto nelle pagine precedenti [1], a mio parere il focus all’interno dei testi della Filosofia è incentrato nell’esporre quella parte di noi che sfugge alla nostra percezione e comprensione intellettuale, e le cui caratteristiche sono espresse nei termini omnicomprensivi di “Coscienza Individualizzata” e di “Entità”; laddove lo strumento umano (l’unità corpo fisico-emozioni-mente) assume l’importante ruolo secondario e funzionale di quell’avamposto di forma nei mondi di tempo-spazio che permette all’Entità di sperimentare quella manifestazione più densa che diversamente le sarebbe preclusa, così come uno scafandro permette di immergersi nelle profondità marine o una tuta spaziale di muoversi sulla superficie lunare.
L’esperienza è acquisita dall’Entità grazie allo strumento umano che raccoglie e le trasferisce i dati. L’Entità dovrebbe dirigere il suo strumento di percezione fisica e lo strumento seguire le indicazioni di esplorazione dell’Entità… Al momento non sembra essere esattamente così …
“Avete mai riflettuto la definizione del vostro Sé? Che cosa è che definisce voi? Se vi guardate allo specchio e togliete le maschere, le pretese, gli inganni, le paure, i pensieri, i sentimenti, che cosa rimane?”
“Ogni individuo è un portale di per se stesso, e questo portale è il punto d’accesso ai mondi interdimensionali del Sovereign Integral dove lo strumento umano, come una tuta spaziale, alla fine si toglie e l’individuo si rende conto della sua vera natura infinita.” – Intervista a James del Project Camelot
La Filosofia delle Quattro Camere attualmente pubblicate, così come le definizioni delle voci nel Glossario, illumina e dà consistenza a questa Entità imprigionata nel Sistema Mente Umana in primis e nella più vasta Struttura Occulta di Soppressione della S.I. Tutto gira intorno a lei nell’incessante tentativo di renderla “reale”, di darle una “voce” che sia per noi in qualche modo possibile udire o sentire dentro di noi. Perché nel momento in cui – un po’ per volta… ad ogni rilettura… nel corso del tempo – questa vaga presenza avanza e si svela – anche seppur debolmente – alla nostra percezione, le informazioni della Filosofia si palesano “comprensibili e attuabili”, per non dire ovvie e inevitabili. Se c’è uno sforzo iniziale, potrebbe essere quello di studiarla tenendo nell’occhio della mente il supporto delle immagini proposte nei diagrammi della sua Architettura e Anatomia, e percependoci (o considerandoci) in queste possibili diverse frazioni.
La Filosofia delle Quattro Camere è comparsa tra le prime pubblicazioni del Materiale WM, così come gli altrettanto non sempre facili Discorsi del Lyricus, tuttavia questi due Materiali sono, secondo me, le fondamenta per tutti gli scritti successivi di James che, se letti avendo assimilato queste precedenti informazioni, acquisiscono profondità da capogiro.
La costruzione dei testi della Filosofia e del Glossario mi rammenta i disegni di Escher, dove scale, porte, finestre e architetture si fondono senza soluzione di continuità tanto da perdere ogni riferimento e orientamento quotidiano, e dove ogni particolare – di per sé assolutamente coerente e razionale – si presta a condurre l’osservatore in dimensioni intellettualmente inconcepibili.—
[continua]
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