Su “l’appartenenza e il proprio vero posto” – James (Creator S3, D/R. 38)

sunglyphNel sito WingMakers-2006, era presente la sezione “Creator” che raccoglieva le Domande e Risposte poste a James (nel 2003), di cui le prime due sessioni sono disponibili qui. Della terza sessione, che presenta domande poste principalmente da studenti della Teosofia, alcune risposte sono particolarmente interessanti e indicative di come James prenda spunto da una domanda molto specifica per esprimere il suo pensiero particolare.

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DomandaPerché alcuni individui si rendono indipendenti da organizzazioni spirituali? Penso che dovrei far parte di una chiesa o di un’istituzione religiosa e definire il mio vero posto, ma c’è una parte di me che sente che il mio approccio esistenziale è necessario per la mia crescita.

Risposta di James – Le entità informate sono non-allineate per un buon motivo. Desiderano essere leggere e sciolte per quanto riguarda l’evoluzione del loro pensiero e l’assorbimento di nuove energie. Ciò è nobile. Non è qualcosa per cui sentirsi inquieti o da non rispettare. È, piuttosto, il segno che tu onori la mobilità della tua coscienza più che il suo indottrinamento.

Il tuo “vero posto” non è affatto un posto, una posizione o un luogo ma è, piuttosto, una proiezione dell’atteggiamento o della visione della coscienza  Sovereign Integral. Permettimi di spiegarlo in questo modo. Immagina questo scenario: un raggio di luce, un prisma e sette distinti raggi dello spettro che si proiettano su una parete. Immagina te stesso guardare questo scenario. Sono distinguibili quattro componenti, non è vero?

  1. Il raggio di luce
  2. Il prisma
  3. Lo spettro dei sette raggi
  4. La parete

Ora, esaminiamo la scena più attentamente. La parete è costruita di materiali, pertanto la parete può essere ridotta alle sue parti componenti (pietra, cemento, malta, mattoni, ecc.). Lo spettro, come sappiamo tutti, rappresenta milioni di colori, anche se sono solo sette quelli che il nostro occhio-cervello riconosce all’istante. Il raggio di luce ha un’origine, una lunghezza d’onda e una destinazione. Quindi, tutti hanno molteplici aspetti, tranne il prisma.

Il prisma rimane singolo e sovrano. È la forza catalitica a causa, in parte, di questa singolarità. Le entità informate di questo tempo, si stanno trasformando in catalizzatori o “prismi”, e le Zone Tributarie possono essere paragonate al raggio di luce. Puoi iniziare a vedere te stesso come questo prisma che proietta il raggio di luce proveniente da una Zona Tributaria verso una parete di tua scelta. In quanto prisma, non ti preoccupi più del raggio a cui sei affiliato, né del punto dove il raggio cade sulla parete.

Passiamo a un nuovo punto d’indagine di questo scenario. Che cos’è un prisma? Un prisma è un oggetto ottico trasparente conformato per piegare (trasformare) la luce. Poiché l’indice di rifrazione di un materiale varia con la lunghezza d’onda, i prismi servono a disperdere differenti lunghezze d’onda di luce. Quando la luce entra dall’aria in un materiale solido, la velocità con cui la luce viaggia decresce. La luce viene decelerata o diminuisce. Se la luce entra con un angolo non perpendicolare, la direzione della luce cambia. La luce è refratta verso un nuovo percorso che lì può illuminare.

Considera come questo scenario si possa applicare al tuo “posto”. Nota le parole virgolettate e come si traspongono alle tue definizioni di missione e proposito. Nota anche che i prismi possono essere sagomati in una grande varietà di forme geometriche, e che possono anche esserci degli anti-prismi. Un prisma triangolare equilatero (angolo 60°) disperde e decelera la luce in modo diverso da un prima esaedrico.

Se le entità informate possono essere paragonate a un prisma, allora restano solo queste domande:

  1. Quale raggio di luce disperdo e decelero (rendo comprensibile)?
  2. Su quale parete disperdo lo spettro?
  3. Dove mi pongo per processare in modo ottimale il raggio di luce?
  4. Quale tipo e forma di prisma scelgo di essere?

Vedi come la tua domanda è stata cambiata o ristrutturata? In effetti, io sono stato un prisma per questa domanda. Ora che la tua domanda è stata dispersa su una nuova parete, può essere vista sotto una nuova luce. Sotto questa nuova luce, non ha più a che fare con affiliazioni o allineamenti o porti di approdo. Ha a che fare con quattro domande che sono similari per scelta.

Sono stato di proposito vago per darti un’ampia libertà interpretativa, ma poi, a cosa servono i catalizzatori se non per essere incompleti?

C’è un ulteriore suggerimento che vorrei condividere con te. Noi stiamo entrando in un tempo in cui la capacità di distruggere il vecchio e creare il nuovo è un insieme di abilità di impareggiabile valore. Occorre una profonda comprensione (insight) per individuare la debolezza del proprio lavoro e distruggerlo, e nel contempo creare una nuova opera al suo posto. La luce, quando attraversa i prismi, si degrada nel tempo e nella materia. In altre parole, le entità informate disperderanno uno spettro di luce più brillante, forte e visibile se la fonte della luce è del loro tempo, spazio e materia.

Sono dell’opinione che la forza (power) si auto-contiene nel nuovo. Vi è solo un effetto di diluizione nel formare collegamenti (bridges) e modelli ibridi. Questo lavoro riguarda la distruzione del vecchio tanto quanto la costruzione del nuovo. E, ancora, un altro tratto dell’essere non-allineati è la volontà, addirittura il fervore, di sciacquar via la mentalità (mind) del vecchio al fine di attirare in se stessi il nuovo.–––

– Estratto da Creator, Sessione 3 – Domanda e Risposta n. 38

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